Psicoterapia Contemplativa e ad orientamento Mindfulness

Psicoterapia Contemplativa e ad orientamento Mindfulness

La terapia è un viaggio condiviso in cui il terapeuta e il cliente sono compagni di viaggio.

La maggior parte delle persone intraprende un viaggio di guarigione a partire dal riconoscimento della propria sofferenza. Di solito c’è una presa di coscienza del sé ferito, del fatto che qualcosa non è completamente soddisfacente, e del possibile bisogno di guida e di aiuto. In ogni caso un vero viaggio di guarigione non si indirizza solo a un’insoddisfazione personale. Facilita uno spostamento dall’identificazione con il sé condizionato a un radicamento più profondo nell’essere e a un’esperienza più diretta di inter-essere. È un viaggio di rinnovamento e di riconnessione alla Sorgente.

Presenza

Il punto di partenza è quello della presenza e dell’essere. Il Buddha in Pali usava il termine sati, abitualmente tradotto con consapevolezza (mindfulness). Nel suo significato più ampio, sati è uno stato di presenza inclusiva, uno stato spazioso di risveglio.
L’intenzione primaria è quella di stabilirsi nel proprio orientamento all’essere e alla Sorgente, di entrare in questo stato di presenza, e di orientarsi al cliente o alla persona che abbiamo davanti da questo terreno. Il ruolo primario del terapeuta è proprio quello di essere presente e di sostenere uno spazio di consapevolezza e un campo relazionale tranquillo dove il processo del cliente si possa dispiegare.

Campo di contenimento

Quando il terapeuta si orienta al cliente e al suo processo emergente diviene suo ruolo anche mantenere l’apertura verso la Sorgente. Nella Psicoterapia Core Process, quest’intenzione è sostenuta da un orientamento a quelli che nelle scritture Buddiste sono chiamati i Brahma Vihara. Nella pratica di consapevolezza buddista quando l’autocentratura viene veramente lasciata cadere, anche temporaneamente, i Brahma Vihara, ovvero gli stati illimitati della coscienza, sorgono spontaneamente. Si tratta di stati intrinseci di equanimità e presenza, amorevole gentilezza, compassione e gioia. Classicamente sono descritti come quattro stati interconnessi di equanimità (apertura, spaziosità, calma e chiarezza), compassione (il conoscere lo stato di un altro attraverso l’interconnessione e l’essere mossi dall’interessere ad alleviare la sofferenza; la diretta sensazione che “la tua sofferenza è anche la mia”), amorevole gentilezza (uno stato di interconnessione a cuore aperto) e gioia empatica (gioia-in-relazione agli altri).
Il secondo aspetto dell’ambiente di contenimento si relaziona all’asse essere-essere. L’intenzione primaria del terapeuta è nuovamente quella di orientarsi al suo essere e, attraverso la risonanza, aiutare il cliente a stabilirsi in uno stato di co-presenza fino a quando il suo essere emerge spontaneamente (Laing, 1976). Quando il terapeuta si stabilisce nel suo stato di presenza, si crea una risonanza per cui il cliente comincia a stabilirsi nel suo essere, a sviluppare l’abilità di essere presente, e ad essere testimone del suo processo emergente.

Alcune intenzioni:
  • Il terapeuta sostiene un campo di presenza sintonico, olistico e ricettivo e un campo di ascolto non giudicante e non interpretativo.
  • Viene generato un campo unificato di co-presenza all’interno del quale le informazioni vengono scambiate a livelli sottili ed energetici. Il terapeuta diventa consapevole delle forme non verbali, tonali, e/o energetiche di comunicazione subliminale.
  • La consapevolezza del terapeuta ed il processo del cliente co-emergono e sono interconnessi. Il terapeuta riceve l’impatto dell’esperienza del cliente, non è separato dalla natura della sua sofferenza, però non l’assume nè si identifica con essa.

Ci sono molte pratiche contemplative che possono supportare la coltivazione di una presenza terapeutica e che possono ancorare il terapeuta al suo stato dell’essere.

La mente subliminale

Quando il terapeuta entra in uno stato di presenza, e il campo relazionale si stabilisce e si approfondisce, la comunicazione avviene su molti livelli.
Può anche apparire che la comunicazione avvenga subliminalmente, da mente-a-mente, da cuore-a-cuore. Maura Sills chiama questo stato di risonanza e di diretta conoscenza empatica mente subliminale.
La fisica quantistica supporta l’idea che l’osservatore e l’osservato non siano separati, e che ognuno abbia una relazione diretta e non lineare con l’altro, da campo-a-campo.
In un contesto clinico, questo significa che la conoscenza diretta dell’altro è possibile, e che le intuizioni e le visioni del terapeuta non sono separate dagli stati interiori del cliente e possono essere percepiti attraverso la comunicazione subliminale, da mente a mente, da campo a campo.

Ricerca incarnata

Oltre allo stabilire la presenza, a un ambiente di contenimento sicuro, e al risveglio del testimone interiore delineato più sopra, un altro approccio molto utile è il lavoro di focusing di Gendlin. Nel suo libro, Psicoterapia orientata al focusing (Gendlin, 1996), descrive un approccio attraverso cui il terapeuta aiuta il cliente a orientarsi verso il suo mondo interiore attraverso la consapevolezza dell’immediata esperienza incarnata, che Gendlin chiama sensazione sentita. È la sensazione corporea emergente momento-dopo-momento della totalità di qualcosa che è inizialmente non chiaro e al di sotto del livello di consapevolezza di un’emozione formata, di una sensazione, o di un’immagine; eppure le include tutte.
Quando emerge un processo, il cliente impara a stabilirsi nella sensazione fisica che dà, a sostenere consapevolmente la totalità di quello che emerge e a investigare con delicatezza sulla sua natura. Negli insegnamenti buddisti la consapevolezza olistica è un fattore di sati, ed è questo stato di presenza che può sostenere la totalità di qualcosa in un modo morbido e completo.

(tradotto e adattato da ‘Essere e Divenire” di F. Sills)

Per maggiori informazioni e dettagli contattare:

segreteria@satimudita.com specificando nell’oggetto “Psicoterapia Contemplativa e ad orientamento Mindfulness”

Psicoterapeuta

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